La Regola delle sette "C"

Riflessioni sulle caratteristiche che deve avere l'Avis

01/9/2016

L’AVIS ha una struttura complessa, infatti è una associazione di associazioni con una forma piramidale con al vertice l’AVIS Nazionale ed , a scendere, le AVIS Regionali, le AVIS Provinciali ed infine le AVIS Comunali o parametrate che ne compongono la base. In tutto sono circa 1.400 istanze territoriali. Con una tale frammentazione e con l’autonomia che ogni singola AVIS possiede diventa difficile portare avanti una linea politica e di gestione comune. Gli interessi territoriali spesso prevalgono sugli interessi comuni, generando un distacco fra le varie istanze, sia in linea verticale che orizzontale. Tutto ciò porta ad incomprensioni e prese di posizione deleteri per la buona armonia che, invece, dovrebbe prevalere in una associazione di volontariato nata per aiutare, con il dono del sangue, coloro che si trovano in una situazione di salute critica.

Tale premessa fa riferimento solo a coloro che gestiscono l’AVIS e non certo ai donatori, che svolgono la propria opera con esemplare senso civico dettato dal loro amore verso il prossimo sofferente.

La domanda allora è come possiamo gestire l’AVIS in modo da ottenere il massimo risultato in termini di sviluppo comune, di integrazione, di collaborazione, di ottimizzazione del rapporto costo/beneficio.

In una delle tavole di lavoro tenute nel pomeriggio del giorno dell’Assemblea Regionale dell’AVIS Regionale F.V.G. 2016, tenutasi a Latisana, dopo una lunga e fattiva discussione si è arrivati alla conclusione che per ottenere ciò devono essere sviluppati, a tutti i livelli dirigenziali, le “sette C” che seguono:

 

1) CREDERE: Ogni dirigente quando decide volontariamente di prestare la propria opera in qualsiasi istanza dell’AVIS lo fa perché è convinto che la propria opera possa essere utile alla missione che l’Associazione sta portando avanti nel tessuto socio/sanitario. Questa missione si basa su un concetto semplice ma profondamente umanitario:  “Chi sta bene deve aiutare chi sta male”. Tale concetto è la base univoca su cui opera l’AVIS e dovrebbe motivare ogni dirigente avisino verso tale meta comune. Ecco perché è necessario credere ed operare tenendo conto che l’AVIS è unica con obiettivi comuni, che  prevalgono sempre su interessi locali o personali;

 

2) CONOSCERSI: Ogni istanza, a tutti i livelli, deve conoscere non solo come operare nel proprio  territorio, gli obiettivi che si pone su esso, le proprie priorità, ma deve conoscere anche la realtà delle proprie consorelle;

 

3) CONFRONTARSI: Il conoscere la realtà delle AVIS consorelle porta necessariamente ad un positivo confronto sull’opera che si sta svolgendo. Infatti se il confronto è vissuto come paragone e non come contrapposizione, porta ad un miglioramento del proprio sviluppo utilizzando ciò che di buono è stato già fatto, con una notevole economia di tempo e denaro;

 

4) CAPIRSI: La “C” più difficile da coniugare è capirsi, poiché ciò obbliga a mettersi nei panni degli altri, cercando di capire le loro intenzioni. Questo, di solito, è molto difficile, perché normalmente ognuno sta nelle sue posizioni e non si sforza di  ascoltare gli altri. Se tale sforzo viene però fatto ci si rende conto che si sta parlando un linguaggio comune, che le difficoltà in cui ci si muove sono su per giù le stesse e perciò diventa facile passare al punto 5,

 

5) COLLABORARE: Se ci si è confrontati con spirito positivo e ci si è capiti sui comuni obiettivi, il collaborare diventa una naturale conseguenza. Tale naturale conseguenza porta a sviluppare insieme progetti di propaganda, di proselitismo, di formazione e di informazione che non saranno peculiari solo del proprio territorio, ma saranno validi in tutto il territorio, sia regionale che nazionale;

6) COSTRUIRE: Se i cinque punti precedenti sono osservati in maniera corretta e non partigiana, il costruire insieme il futuro dell’AVIS sarà una cosa che potrà portare solo soddisfazione e gratificazione a coloro che ne saranno gli attori;

 

7) COMUNICARE: Infine comunicare non significa più capirsi in ambito Avisino, ma far partecipe tutto il tessuto socio/sanitario che ci circonda del messaggio che la nostra Associazione sta portando avanti con merito già da novanta anni.

 

A conclusione di queste poche righe giova ribadire a tutti, ma soprattutto ai giovani che cominciano la loro avventura come dirigenti, che in considerazione dell’unitarietà degli obiettivi  dell’AVIS, lavorare insieme è molto più facile che lavorare da soli e che l’unione delle idee e delle forze porta sempre  ad un risultato sicuramente più proficuo.

 

Roberto Toffolon

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