La storia di Avis Regionale Friuli Venezia Giulia

Correva il 23 gennaio 1972 quando vennero convocati i Consigli provinciali delle AVIS di Pordenone e Udine (all’epoca corrispondente a Latisana) per la prima assemblea regionale dalla quale nacque il primo consiglio direttivo regionale. Nella sede dell’AVIS di Pordenone erano presenti Adelmo Remondini e Gentile Favini dell’AVIS nazionale, presidente e segretario di quell’assemblea. Dai lavori assembleari nacque il Direttivo formato da Gaetano Brusadin (primo presidente pro tempore), Elci Moro, Severino Segalotti e Giovanni Celant per Pordenone, Rolando Chiaradia, Galliano Bradaschia ed Egisto Picotto per Udine, che ufficialmente costituì l’AVIS del Friuli Venezia Giulia il 19 marzo 1972. Era un’AVIS regionale appena nata, ma ancora con lo spirito dell’Assemblea nazionale organizzata a Trieste nel 1956, anche se “zoppa”, dato che nel 1958 ci fu la spaccatura con l’area udinese, che in seguito diede vita all’AFDS (Associazione Friulana Donatori di Sangue).

 

Da allora, sono passati oltre 40 anni nei quali si sono avvicendati diversi presidenti, tutti con l’obiettivo di far crescere l’associazione nel territorio e diffondere il messaggio del dono di sangue. Sono stati anni intensi, nei quali si è cercato di essere sempre più propositivi, in particolare nei confronti delle giovani generazioni, cercando sempre di mettere davanti il malato e il donatore e non guardando all’autoreferenzialità che spesso, purtroppo, colpisce anche le associazioni di volontariato.

 

Già negli anni Ottanta i primi “pionieri” hanno cominciato a girare scuole superiori, iniziando a tessere una tela oggi radicata anche in molte scuole primarie, con linguaggi adatti alle età. Nello sport è frequente trovare il logo AVIS sia in qualità di sponsor che di organizzatore di eventi, come ad esempio il torneo regionale di calcetto e pallavolo.

 

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Un’altra intuizione di successo è il volume “Niente panico”, nato da un lavoro di squadra comprendente pediatri, il disegnatore Ugo Furlan e la stessa AVIS, con il fine di dare semplici istruzioni per i genitori dei bambini piccoli. L’idea, proprio in questi mesi, è al vaglio del Ministero della Salute, che potrebbe adottarlo a livello nazionale.

 

 

Si cerca sempre di essere al passo con i tempi e l’ultima sfida, lanciata a novembre 2015, si chiama “ProntoAvis”. L’obiettivo è mettere ordine alle donazioni con la prenotazione e l’eventuale chiamata tramite le strutture di base. Un meccanismo diffuso in provincia di Pordenone, sicuramente perfettibile, ma che va incontro anche alle esigenze sanitarie di ottimizzazione delle risorse con l’ottica di garantire sempre l’autosufficienza sanguigna.

 

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